A seguito di giudizio intentato da un dirigente medico di ortopedia e traumatologia nei confronti della ASL per il risarcimento dei danni da mobbing, dequalificazione professionale e l’illegittimità del licenziamento, l’Azienda è stata condannata al pagamento della somma di € 353.818,00 per il danno da mobbing.Il giudice ha ritenuto che momenti decisivi della condotta mobbizzante sono senza dubbio rappresentati dai due giudizi medici di inidoneità all’esercizio dell’attività medico-chirurgica, espressi dagli organi competenti dell’ASL. Le diagnosi formulate devono ritenersi errate sotto l’aspetto scientifico e medico-legale al punto da far ritenere che l’amministrazione abbia utilizzato uno strumento previsto dalla legge, ovvero l’accertamento della idoneità allo svolgimento delle mansioni relative alla qualifica rivestita, per fini diversi da quelli normativamente previsti, ossia per allontanare un dipendente divenuto scomodo all’interno del contesto lavorativo.L’Azienda, attraverso i propri organi, ha utilizzato il giudizio di inidoneità in modo del tutto strumentale al fine di allontanare l’istante dall’ambiente lavorativo; diversamente, pur nella consapevolezza di una situazione di mobbing, avrebbe dovuto attivarsi al fine di adottare tutte le misure necessarie dirette a tutelare l’integrità psico-fisica del medico, anziché fare ricorso a continui trasferimenti e a provvedimenti di sostanziale svuotamento delle mansioni.
[Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net]
Tags: sentenze