Dott. Luigi Vicari on 20 marzo 2015

New Orleans—One of the main adverse events faced by elderly patients undergoing surgery is postoperative cognitive dysfunction (POCD). Yet, according to researchers at the University of Sao Paulo, in Brazil, the incidence of POCD appears to be manageable with the addition of dexamethasone to a general anesthetic regimen, especially one that uses light anesthesia.

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La necessità di tenere in osservazione il paziente che manifesti sintomi di possibile patologia cardiaca per un congruo intervallo di tempo (normalmente dalle 6 alle 12 h), verificando a intervalli regolari la presenza di enzimi indicatori delle necrosi miocardiche, il cui esito è ottenibile a breve distanza dal prelievo, quindi effettuare il c.d. monitoraggio continuo per poter intervenire tempestivamente con cardiologia interventistica, è regola di comportamento comunemente seguita nei pronto soccorso. Pertanto, il comportamento del medico che si sostanzia in una evidente omissione circa la opportunità di procedere ad una più approfondita valutazione dell’apparato cardiovascolare mediante l’esecuzione di esami elettrocardiografici e di controlli enzimatici ripetuti, sottovalutando anche il dolore addominale lamentato dal paziente da alcuni giorni, è stato ritenuto dal giudice gravemente colposo.
In tal modo, non è possibile ricondurlo nell’ambito di applicazione della Legge Balduzzi, che esclude la rilevanza della colpa lieve in relazione a quelle condotte che abbiano osservato linee guida o pratiche terapeutiche mediche virtuose, purché accreditate dalla comunità scientifica.

[Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net]

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L’ipertensione è la causa principale di ictus a livello globale. In Cina, si stima che 300 milioni di persone soffrano di ipertensione, il che aumenta il loro rischio di ictus. Per gran parte della popolazione cinese, anche i livelli ematici di acido folico, una vitamina B essenziale, sono bassi. Un nuovo studio ha esaminato se l’integrazione di acido folico, combinata con un farmaco antipertensivo, possa ridurre il rischio di sviluppare un primo ictus 

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Dott. Luigi Vicari on 20 marzo 2015

Mentre presso il l’Istituto farmaceutico militare di Firenze prende il via la produzione di cannabis per uso terapeutico, Roco Mediati, direttore del Centro di terapia del dolore dell’Ospedale Careggi di Firenze, fa il punto in un’intervista sulle reali possibilità di utilizzo di questo farmaco. Le indicazioni, a detta dell’esperto, sono sicuramente significative ma non bisogna dimenticare che non si tratta di un farmaco di prima scelta tadalafil 20mg price. Occorre sempre puntare prima su altri trattamenti. In ogni caso, Mediati sottolinea come il trattamento con cannabis possa aiutare chi soffre di dolore neuropatico oppure legato a complicanze del diabete o ancora a tumori. Allo stesso modo, si possono ottenere buoni risultati in termini di efficacia quando occorre affrontare quadri di rigidità legata a patologie neurologiche come l’ictus o ancora per contrastare l’emesi da chemioterapia. Più che altro, secondo l’esperto bisogna far comprendere bene ai pazienti che si tratta di un vero e proprio farmaco. “Qualcuno crede che sia una specie di tisana, arriva e ci chiede di utilizzarlo credendo che sia più leggero di altri – racconta Mediati. E invece è un medicinale a tutti gli effetti”. Insomma, una potenziale arma terapeutica in più, che deve essere impiegata da mani esperte e come alternativa, non certo come prima scelta.

Br J Anaesth. 2015 Mar;114(3):396-405. Epub 2014 Dec 22.

Early tracheostomy may decrease the duration of mechanical ventilation, sedation exposure, and intensive care stay. These effects may result in improved clinical outcomes, but the evidence is conflicting. These authors evaluated the studies in this field.  
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