Labour epidural analgesia is highly effective but can be limited by slow onset and incomplete blockade. The administration of warmed, compared with room temperature, bupivacaine has resulted in more rapid-onset epidural anaesthesia. These authors hypothesised that the administration of bupivacaine with fentanyl at 37°C versus 20°C would result in improved initial and ongoing labour epidural analgesia. Leggi il resto di questo articolo »

Tags: ,

Dott. Luigi Vicari on 20 aprile 2015

Z. H. Anastasian

Br J Anaesth. 2014;113(S2):ii9-ii16.

Abstract and Introduction

Abstract

Anaesthetic management of the acute stroke patient demands consideration of the penumbra as the central focus. Recent studies have shown that patients who receive general anaesthesia for endovascular therapy for acute ischaemic stroke have worse outcomes than those who receive local anaesthesia. Although baseline condition of the patients in these studies differed, we should heed the warnings evident in the results. ‘Time is brain’: therapy should be quickly provided. Arterial pressure should be monitored carefully upon induction, avoiding a drastic reduction, and allowing for a reduction in arterial pressure upon recanalization. Keeping these factors in mind, anaesthetic technique (general, monitored anaesthesia care, or local) must be selected considering the individual patient’s risks and benefits. Unfortunately, there are no proven neuroprotective strategies to date for use in acute ischaemic stroke.
Leggi il resto di questo articolo »

Tags: ,

A seguito di giudizio intentato da un dirigente medico di ortopedia e traumatologia nei confronti della ASL per il risarcimento dei danni da mobbing, dequalificazione professionale e l’illegittimità del licenziamento, l’Azienda è stata condannata al pagamento della somma di € 353.818,00 per il danno da mobbing.Il giudice ha ritenuto che momenti decisivi della condotta mobbizzante sono senza dubbio rappresentati dai due giudizi medici di inidoneità all’esercizio dell’attività medico-chirurgica, espressi dagli organi competenti dell’ASL. Le diagnosi formulate devono ritenersi errate sotto l’aspetto scientifico e medico-legale al punto da far ritenere che l’amministrazione abbia utilizzato uno strumento previsto dalla legge, ovvero l’accertamento della idoneità allo svolgimento delle mansioni relative alla qualifica rivestita, per fini diversi da quelli normativamente previsti, ossia per allontanare un dipendente divenuto scomodo all’interno del contesto lavorativo.L’Azienda, attraverso i propri organi, ha utilizzato il giudizio di inidoneità in modo del tutto strumentale al fine di allontanare l’istante dall’ambiente lavorativo; diversamente, pur nella consapevolezza di una situazione di mobbing, avrebbe dovuto attivarsi al fine di adottare tutte le misure necessarie dirette a tutelare l’integrità psico-fisica del medico, anziché fare ricorso a continui trasferimenti e a provvedimenti di sostanziale svuotamento delle mansioni.

[Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net]

Tags:

Tar Friuli Venezia Giulia – Sezione I – sentenza n. 93/2015

L’indagine radiologica deve essere qualificata come atto medico di esclusiva competenza dello specialista medico radiologo, cui va, pertanto, demandata la valutazione dell’esame in concreto sia per giustificare l’effettuazione dello stesso sia per valutarne l’utilita’ diagnostica. Tale “riserva” di competenza a favore del medico radiologo trova conforto non solo nelle disposizioni normative invocate dai ricorrenti medesimi, che pongono a carico di tale specialista la responsabilita’ clinica e radioprotezionistica dell’esame (art. 5, comma 2, d.lgs. 26 maggio 2000, n. 187: “Ogni esposizione medica di cui all’articolo 1, comma 2, e’ effettuata sotto la responsabilita’ dello specialista”), fatte salve la (limitata) possibilita’ di svolgere attivita’ radiodiagnostiche complementari da parte del medico chirurgo specialista o dell’odontoiatria per lo svolgimento di specifici interventi di carattere strumentale propri della disciplina, purche’ contestuali, integrate e indilazionabili, rispetto all’espletamento della procedura specialistica e la delegabilita’ dei (soli) aspetti pratici per l’esecuzione della procedura o di parte di essa al tecnico sanitario di radiologia medica o all’infermiere o all’infermiere pediatrico, nell’ambito delle rispettive competenze professionali, ma anche soprattutto nelle disposizioni di cui all’art. 3, comma 4, e 5, comma 1, del medesimo decreto.

Tags:

Dott. Luigi Vicari on 20 aprile 2015

Corte di Cassazione – Terza sezione Civile – sentenza n. 2854/2014

L’obbligo del consenso informato costituisce legittimazione e fondamento del trattamento sanitario senza il quale l’intervento del medico e’ – al di fuori dei casi di trattamento sanitario per legge obbligatorio o in cui ricorra uno stato di necessita’ – sicuramente illecito, anche – quando e’ nell’interesse del paziente. Ai sensi dell’art. 32, 2 co., cost. (in base al quale nessuno puo’ essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge), dell’art. 13 cost. (che garantisce l’inviolabilita’ della liberta’ personale con riferimento anche alla liberta’ di salvaguardia della propria salute e della propria integrita’ fisica) e dell’art. 33 l. 833/1978 (che esclude la possibilita’ d’accertamenti e di trattamenti sanitari contro la volonta’ del paziente, se questo e’ in grado di prestarlo e non ricorrono i presupposti dello stato di necessita’ex art. 54 c.p.), esso e’ a carico del sanitario, il quale, una volta richiesto dal paziente dell’esecuzione di un determinato trattamento, decide in piena autonomia secondo la lex artis di accogliere la richiesta e di darvi corso.

Tags: