La Corte l’Appello di Roma, anche sulla scorta di un ragionamento presuntivo, ha riconosciuto la responsabilità di una Casa di Cura per la morte di una paziente che aveva ingerito un prodotto disinfettante.   Ha osservato la Corte territoriale che dalle circostanze di tempo  e di luogo allegate agli atti del processo civile e risultanti dalla relazione medico legale del procedimento penale, doveva presumersi fondatamente che l’ingestione avvenne per il comportamento tenuto dal personale della Casa di cura addetto all’assistenza della ricoverata, che evidentemente rimasta priva di sorveglianza ebbe a prelevare il prodotto e ad ingerirlo; si trattava di disinfettante utilizzato per la pulizia degli ambienti e rimasto anch’esso incustodito. La struttura sanitaria avrebbe dovuto fornire la prova liberatoria quanto meno del caso fortuito, valido ai fini dell’interruzione del nesso di causalità tra condotta ed evento, prova che, tuttavia, non era stata offerta.

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