Pensionamento a settant’anni, abolizione dei limiti alla libera professione, nomina dei primari e stipendi dei direttori generali. Sono molte le novità per la dirigenza medica italiana contenute nel testo del Ddl sul governo clinico, passato ieri al parere delle commissioni parlamentari competenti. Lo si legge su Il Sole 24 Ore.
«Pensionamento a settant’anni – si legge sul quotidiano economico – per tutti i dirigenti medici e sanitari del Ssn, nonostante la “rottamazione” firmata da Brunetta. Lo “strappo” è contenuto nel testo del Ddl sul governo clinico (C799 e abb.) appena trasmesso dalla commissione Affari sociali della Camera al parere delle commissioni competenti, prima dell’invio in aula».
«In pista – continua l’articolo – c’è anche la definitiva abolizione di qualsiasi ostacolo all’esercizio della libera professione per i dirigenti medici e sanitari, che potranno svolgere l’attività privata anche in studio o nelle strutture non convenzionate con il servizio pubblico. Le procedure saranno disciplinate dalle Regioni che dovranno “salvaguardare” il ruolo istituzionale del Ssn: chi ha scelto di mantenere il rapporto in esclusiva (e la relativa indennità) potrà dedicare alla libera professione un impegno orario massimo pari al 50% di quello prestato in azienda».
«Novità – si prosegue nella lettura – anche per i direttori generali e primari. Per i primi sono previsti nuovi criteri di nomina e valutazione dell’aumento dello stipendio: il Dg dovrà guadagnare almeno il 20% in più dei proprio primari. Di questi ultimi si aggiornano le procedure di nomina: la terna di nomi tra cui il Dg dovrà scegliere sarà selezionata da una commissione composta dal direttore sanitario e da due esperti sorteggiati da un elenco regionale dei primari della stessa disciplina».
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