In un obiter dictum, la Corte di Cassazione ritiene “opzione scientifica non arbitraria” il fatto che la presenza del principio attivo stupefacente persista per un certo arco temporale, della durata anche di diversi giorni, dopo l’assunzione dello sostanza; ragionando in astratto, la Corte afferma che ciò potrebbe non costituire prova certa al di là di ogni ragionevole dubbio di uno stato di “alterazione” da stupefacenti, che costituisce il proprium del reato di cui all’articolo 187 C.d.S.
Tags: sentenze