La necessità di tenere in osservazione il paziente che manifesti sintomi di possibile patologia cardiaca per un congruo intervallo di tempo (normalmente dalle 6 alle 12 h), verificando a intervalli regolari la presenza di enzimi indicatori delle necrosi miocardiche, il cui esito è ottenibile a breve distanza dal prelievo, quindi effettuare il c.d. monitoraggio continuo per poter intervenire tempestivamente con cardiologia interventistica, è regola di comportamento comunemente seguita nei pronto soccorso. Pertanto, il comportamento del medico che si sostanzia in una evidente omissione circa la opportunità di procedere ad una più approfondita valutazione dell’apparato cardiovascolare mediante l’esecuzione di esami elettrocardiografici e di controlli enzimatici ripetuti, sottovalutando anche il dolore addominale lamentato dal paziente da alcuni giorni, è stato ritenuto dal giudice gravemente colposo.
In tal modo, non è possibile ricondurlo nell’ambito di applicazione della Legge Balduzzi, che esclude la rilevanza della colpa lieve in relazione a quelle condotte che abbiano osservato linee guida o pratiche terapeutiche mediche virtuose, purché accreditate dalla comunità scientifica.

[Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net]

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