La somministrazione endovenosa di metoclopramide e proclorperazina e quella sottocutanea di sumatriptan andrebbero offerte agli adulti candidati che si presentano per la prima volta ad un reparto di pronto soccorso con emicrania acuta che richiede trattamento con farmaci iniettabili. Questo approccio è stato consigliato da un comitato di esperti dell’AHS, secondo cui sarebbe raccomandata anche la somministrazione di desametasone per la prevenzione delle recidive.
Morfina ed idromorfone iniettabili andrebbero invece evitati come terapie di prima linea, per via della carenza di evidenze a supporto della loro efficacia e dei timori di sequele subacute o a lungo termine. Secondo il prof. Benjamin Friedman dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, membro del comitato, sussiste un’elevata variabilità nel trattamento di questi episodi fra un reparto e l’altro, ed alcune strategie impiegate sono probabilmente subottimali.
Gli oppioidi, ad esempio, possono essere caratterizzati da esiti a breve termine accettabili, ma possono portare più avanti ad un peggioramento dell’emicrania di fondo, all’incremento delle nuove visite in pronto soccorso ed a problemi di abuso e dipendenza. Nei pazienti per i quali è noto che un determinato farmaco impiegato in precedenza è stato efficace, comunque, è ragionevole fare ricorso per primi a questi farmaci. Gli esperti sperano che le nuove linee guida possano aiutare a standardizzare l’assistenza che i pazienti ricevono in pronto soccorso, ed incoraggiare i medici a fare uso dei farmaci dall’efficacia maggiormente comprovata.
Fonte : Headache. 2016; 56: 911-40